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216 clemente bondi


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Damone intanto dal somaro scende,
e a dargli aiuto prestamente vola;
e a lui, che il volto per vergogna accende,
e sta confuso senza dir parola:
— Or via! — diss’egli — qual pazzia ti prende?
Piglia coraggio, e il tuo dolor consola:
«cadono le cittá, cadono i regni,
e l’uomo di cader par che si sdegni». —
33
Disse; e di nuovo a rimontar l’aita,
ed al breve cammin pur lo conforta.
Ma giá la notte, fuor del mare uscita,
il mondo copre d’ombra umida e smorta.
Ecco giá presso il termine si addita;
eccoli salvi omai giunti alla porta.
Smontano i garzon lieti e dai Crociari
mezzo morti si partono i somari.
34
Io pur fo fin, che dall’estranio canto
giá mi richiama la notturna scena,
e a me il pietoso Melesindo intanto
mostra del padre la servii catena.
Addio, Silvio gentil. Paga del vanto,
che ha dal tuo nome, la silvestre avena
a un salce appendo ed a maggior concento
sveglio sul plettro il tragico lamento.