Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/293

Da Wikisource.

Fra si varia beltá, chi l’incostante
favor de’ grandi, chi gli allòr sudati,
chi non oblia le gemme, il fasto e tante
60arti penose per sembrar beati.-’

Sovra tacito poggio, a un’ombra assiso,
libere il solitario aure respira,
col mondo in faccia, che da lui diviso
in turbinoso vortice s’aggira:
65e or, dando vita ad insensati oggetti

col creator patetico pensiere,
ne’ massi e ne le piante i vivi aspetti
di coloro che amò pargli vedere;

or, l’opre in contemplar della perenne
70forza che l’universo anima e abbella,

pargli che armonioso inno solenne
tutte cantin le cose in lor favella.

E al grave suon, non da’ profani udito,
s’alza suo spirto dalla salma oscura,
75adorando ne l’ordine infinito

l’Autor de la molteplice natura,

che, quando il limo principal compose
e vi spirò con la ragion l’affetto,
nell’uman cor tenero senso pose,
80pronto de’ mali al paventato aspetto;

onde, conscio del duol, l’altrui soccorra
e, l’uom dalla pietá con nodo alterno
avvinto all’uom, la gran famiglia corra
• per le vie che a lei segna il dito eterno.
85Cosi, quando maggior dai monti l’ombra

cade e il pie lento a l’abitato ei move,
dell’alte idee soavemente ingombra
s’accende l’alma a generose prove;