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Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/30

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20 angelo mazza


e con l’ombre trovossi onde partio.
Così ’l folle Ission, ch’or su la ruota,
laggiú nel regno de la morta gente,
va senza fine e senza speme in vòlta,
105stringer credeo con l’ansiose braccia
Giuno, sorella del Tonante e sposa,
e la nebbia sfuggevole compresse;
cosí dal sasso, che inver’l’ardua vetta
spinge, respinto Sisifo trabocca;
110cosí quanta versando acqua ne l’urne
van le Bélidi, al suol tanta ne piove.
     In tal di mente tenebria smarriti,
altri ondeggia dubbiezza, a cui vien manco
ove posi, inquieta; altri assecura
115persuasion delusa; altri nel novo
furor traporta ove Follia tien scettro,
e signoreggia i traviati ingegni;
e da cuor guasto, che agl’ingegni è sempre
d’empiezza fonte, altri sommossi, oh quanti
120sconciarono Ragion, foggiando intesti
d’orror fantasmi, ch’ebber grido e culto
di veritate, e ne mentir l’aspetto.
Tanta sciagura d’intelletti e tanti
di dotta insania monumenti il verso,
125favella degli dèi, cantar disdegna.
Tre valgon tutti, e pur membrarli è bello,
conforto a’ savi, disinganno a’ molti
di cieca Opinion miseri alunni.
Piú bello è trarli da l’antico: insulta
130al patrio amor vizio nostral; ma il saggio
vede gli uomin maisempre a sé simili
e i secol tutti effigiarsi in uno.
     Al guardo di Mnemosine, ministra
de la pittrice fantasia, s’affacci
135primier fra’ primi l’Ateneo, che al Caso,
da cui l’ordine fugge ed il consiglio,