Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/323

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i - invito a lesbia cidonia 313

di tre regni le spoglie. Imita il ferro
crisoliti e rubin; sprizza dal sasso
65il liquido mercurio; arde funesto
l’arsenico; traluce ai sguardi avari
dalla sabbia nativa il pallid’oro.
     Ché se ami piú dell’eritrea marina
le tornite conchiglie, inclita ninfa,
70di che vivi color, di quante forme
trassele il bruno pescator dall’onda!
L’aurora forse le spruzzò de’ misti
raggi, e godé talora andar torcendo
con la rosata man lor cave spire.
75Una del collo tuo le perle in seno
educò verginella: all’altra il labbro
della sanguigna porpora ministro
splende: di questa la rugosa scorza
stette con l’òr su la bilancia, e vinse.
80Altre si fêro, invan dimandi come,
carcere e nido in grembo al sasso; a quelle
qual dea del mar d’incognite parole
scrisse l’eburneo dorso? e chi di righe
e d’intervalli sul forbito scudo
85sparse l’arcana musica? Da un lato
aspre e ferrigne giaccion molte; e -grave
d’immane peso, assai rósa dall’onde,
la rauca di Triton buccina tace.
Questo ad un tempo è pesce ed è macigno;
90questa è, qual piú la vuoi, chiocciola o selce.
     Tempo giá fu che le profonde valli
e ’l nubifero dorso d’Appennino
copriano i salsi flutti pria che il cervo
la foresta scorresse, e pria che l’uomo
95dalla gran madre antica alzasse il capo.
L’ostrica allor su le pendici alpine
la marmorea locò famiglia immensa;
il nautilo contorto all’aure amiche