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328 lorenzo mascheroni

65e d’Acheronte fero, che di dannate lagrime cresce.
Scelsero questo loco, per aver li metalli da presso
e nuove continue del buon successo de l’opra,
quando presentasser, d’infernal tossico pieni,
i fatti ordigni per strazio dei martiri sacri
70ai duri carnefici, d’infernal tossico pieni.
Giá quivi pur da loro prove mille ai tempi vetusti
fatte s’erano quanti di spasimo, quanti di morte,
ordigni in bronzo o in ferro fare l’arte potesse.
In quel tempo fue, se fede ai racconti si presta,
75che da furor bestiai spinti la trinacria terra
scòrse i tiranni suo’, e pianse: che de’ figli le membra,
con strazio mai sempre nuovo, lacerarsi dinanzi
e segnar si vedea misera con morti nefande
i di sanguinei, e crudel da le genti chiamarsi.
     80Fu dentro all’Etna, che prima squagliossi e si formò
da ferrai demòni quel mugghiante igneo tauro,
che, di Perii lo poi ne le man passando e de l’altro,
dei míseri ardenti gravido, voci taurine sempre
rendeva per gemiti; e, come pur giustizia volle,
85da’ duci suoi signori trasse il primo e l’ultimo mugghio.
L’officina or riapre la crudel densissima turba,
cresciuta in numero; sgombran le roventi caverne
dai caduti massi, e in fondo fanno ampia piazza:
e prima per decreto di chi regge, a squillo di tromba
90tartarea, i vari uffizi s’intendono fissi
a ciascun di loro. — O egregi, per forza, per arte
— disse Satan, — chi fia? chi di voi, che torpido resti
nel fabbricar l’arme, di velen nel tingere i ferri,
che divorar devono di chi serve a Cristo le carni? —
95Né v’è posa; in varii squadron si dipartono: tosto
altri disegna l’opra e degli orridi molti strumenti
dei feri martini fa i piccoli molti modelli;
a poste incudini altri suda sul saldo metallo;
cento in un istante s’alzan fortissime braccia,
100gran magli ne l’adunche mani. Poi, queste cadendo.