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Pagina:Poeti minori del Settecento II.djvu/114

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25si Stringe e s’agga vigna

ellera in tronco od in terren gramigna.

In mille guise io tento

piacerti, e non so come

gradir ti possan le mie pene acerbe.
30In cento piante e cento

incido il tuo bel nome,

che le fa gir piú liete e piú superbe.

Assiso in grembo all’erbe,

spesso con dolce stile
35di te cantando io vado;

ma tu noi prendi in grado.

E pur sai che son io cantor non vile:

cantar meco l’ altrieri,

e han perduta la prova, Ergasto e Meri.

40Oh, con la nobil cetra,

che quel gran trace avea,

questa fistola mia cangiar potessi;

e intorno molcer l’etra,

siccome egli sapea,
45dolci rime alternando, io pur sapessi!

Dell’Emo in fra i recessi,

dell’ Ebro in su le sponde,

ei co’ soavi accenti

fermava il moto ai venti,
50agli augelletti il volo, il corso all’onde:

cosi fors’io potrei

la tua fuga arrestar co’ versi miei.

Ad ascoltar sue note
dai gioghi erti le dure
55querce venian, non che i pieghe voi tigli

" d’ogni fierezza vote,
a lui ne venian pure