Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
25
30
I - AMORI
Pur, se dal tuo giudizio
dissento, il porta in pace:
negletto e senza studio
piú il viso tuo mi piace.
Tal da’ superbi talami
dell’ampia reggia achea,
sciolta dal caro Pelope,
Ippodamia sorgea;
tal dallo speco emonio,
ove a Peleo soggiacque,
35madre tornò del tessalo
l’azzurra dea dell’acque.
Ma giá tuo dolce imperio
la fida ancella invita;
ella s’appressa; e all’opera
40stende la destra ardita.
Giá dal notturno carcere
i crini aurei sprigiona,
ed all’eburneo pettine
gl’indocili abbandona.
45Segui, o fra quante furono
illustri ancelle esperta:
felice te! la grazia
della tua donna è certa.
Te nulla turbi, e rigido
50guardi silenzio il loco,
solo garrisca l’indico
verde amator del croco.
Oh quante volte il frigio,
caro alla greca altera,
35tacque, e con lui di Priamo
tacque la reggia intera!