Pagina:Poeti minori del Settecento II.djvu/228

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Tregua avria Tizio e Sisifo
90nell’ima valle inferna

mercé il tuo suon ; le Belidi
noli verserian l’eterna
onda nell’urna invan.

Oda dell’empie giovani
95Lidia il destino amaro:

empie! (e che piú potevano?)
con scellerato acciaro,
empie! il marito uccidere
poter di propria man!

100Degna che a lei splendessero

le maritali tede,

una fra tante al perfido

padre la data fede

ruppe, sol una, e al barbaro
105disegno inoiridi.

Che: — Sorgi — disse al giovine

consorte, — oh ! sorgi, invola

alla fraterna rabbia

codesto capo: io sola
no sono che noi feri.

Me, che t’amai, circondino

le paterne catene;

o l’ultima Numidia

tra le infocate arene
115sia meta al mio languir.

Tu va’, mentre secondano

Notte ed Amor mie brame.

Salvo gli dii ti scorgano

da questa reggia infame;
120poi memori al mio tumulo

vengano i tuoi sospir.