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Pagina:Poeti minori del Settecento II.djvu/259

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XII - PEL PRIMOGENITO DEL CONTE SANVITALE 249

25Ma, ancor che saggia e altera

d’un ben si raro al mondo,

la gloria tua qual era,

se al grembo tuo fecondo

maschil prole negavano
30i lenti fati ancor?

Socchiuso fior purpureo

eri in giardin gradito;

vite che allegra intrecciasi

col verde olmo marito;
35ma sol di foglie e pampini

pomposa vite, e fior.

Quante offerte non ebbero

i tuoi secreti lari!

quanti il parmense genio
40teco ai fumanti altari

voti non venne a porgere

da l’affannoso sen!

Ma tardi il ciel matura

le vite degli eroi:
45che se ai voti ei s’indura

e sembra sordo a noi,

sorgon poi l’ore candide

d’un sospirato ben.

Tardi cosi a Farsaglia
50spuntare i giorni lieti,

che dal fecondo talamo

nascer dovean di Teti,

da poi che al giovin tessalo

fausto destin la uni:
55ma alfín d’Emo agli alpestri

gioghi e a le mute arene,

amator dei campestri"

ozi, la trasse Imene;

e dal silenzio emonio
60grave d’Achille usci.