Pagina:Poeti minori del Settecento II.djvu/68

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Figli di te, vestendosi
di cento ombre leggiadre,
escan dall’uscio eburneo
60accompagnando il padre;

escano, e me presentino
alla fanciulla mia:
oggetto indarno cercano,
che caro a lei piú sia.

65Meco fra’ sogni eli ’abbiami,

poich’ altro a lei non lice;
e i sogni almen le fíngano
il nostro amor felice.

Ma deh, però! che fervidi
70non sian nell’opra assai;

deh, che la gioia insolita
non la svegliasse mai!

Sovente ancor Penelope
sognò del greco amato,
75e nel sognar destandosi

credette averlo a lato:

poi, fra le piume vedove
stesa l’incerta mano,
dell’error, lassa! avvidesi,
80e pianse a lungo invano.