Pagina:Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu/103

Da Wikisource.

facezie 91

tornino nei sogni le cose che desti abbiam per la mente, vide un demonio che gli promise che avrebbe la donna sicura, se facesse ciò che egli avrebbegli detto di fare. Ed avendo egli nel sonno annuito, dicendo di esserne assai grato e promettendone premio, il diavolo gli disse: “Prendi questo anello e tienlo sempre diligentemente in dito; poichè, mentre l’avrai, non potrà la tua moglie, senza che tu lo sappia, con altro uomo giacere.” Tolto improvvisamente per la gioia dal sonno, sentì d’avere il dito nella cosa della moglie. E quello è davvero il migliore rimedio pe’ gelosi, perchè le donne non possano mai, alle spalle de’ mariti, essere infedeli.


CXXXIII

Di un bevitore.


Un famoso bevitore di vino fu preso dalla febbre, per la quale gli si aumentò la sete; vennero i medici e discutevan sul modo di toglier la febbre e la straordinaria sete: “Solo della febbre, disse il malato, voglio che voi vi occupiate, chè quanto a curar la sete, quello è affar mio.”


CXXXIV

Motto faceto di Everardo segretario apostolico

che uscì in un rumor di ventre al

cospetto di un cardinale.


Un dì che il cardinale de’ Conti, uomo grasso e corpulento, era andato alla caccia, quando fu verso mezzogiorno si sentì fame e discese per pranzare. Era d’estate, e tutto sudato si pose a mangiare, e poichè i servi erano lontani occupati in varie faccende, così egli comandò a un certo Everardo Lupi, segretario apostolico, di fargli vento. Questi gli disse: “Non so io come voi vogliate;” e il Cardinale: “Fa’ come tu vuoi.” E