Pagina:Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu/133

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facezie 121

a casa afflitto, con la testa smarrita, pensando molto, dubitando moltissimo, passava le notti insonni. Ed essendo spesse volte desto, udì molte volte la moglie, che dormiva, mandar fuori que’ rumori. Trascorso il mese, il padrone chiamò a sè il mercante e gli chiese se dopo quel giorno non avesse mai udito sua moglie a fare rumore. Allora egli confessò il suo errore: “L’ho udita tante volte, disse, che non una cena, ma dovrei perderci il patrimonio.” E quando ebbe ciò detto, riebbe il denaro suo e pagò la cena. Molte cose non s’intendono da coloro che dormono.


CLXXXIV

Sapientissima risposta ad un calunniatore.


Luigi Marsili, frate dell’ordine degli Agostiniani e uomo di eccellente ingegno e dottrina, abitò di recente a Firenze. Da vecchio aveva educato ed istruito nelle umane lettere un povero giovane di nome Giovanni che io ho conosciuto e che era del mio paese, e lo fece diventare poi uomo assai dotto. Un Fiorentino suo condiscepolo (poichè molti per apprendere venivano da quel vecchio), mosso da invidia, prese a dir male di nascosto di Giovanni col maestro, dicendogli che con molta ingratitudine e’ pensava e diceva male di lui. Questo fece molte volte, ed il vecchio, che era uomo di grande prudenza: “Da quanto tempo, gli chiese, conosci tu Giovanni?” E il detrattore gli rispose che non lo conosceva da più di un anno: “Mi meraviglio, soggiunse, che tu stimi te stesso tanto sapiente e me creda tanto stolto da credere di avere tu meglio conosciuto la natura e i costumi di Giovanni in un anno, di quello che io in dieci.” Sapientissima risposta che rimproverava la malvagità del detrattore e lodava la fede del giovane. E se così molti facessero, vi sarebbero meno invidiosi e malevoli.