Pagina:Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu/83

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facezie 71

CI

Altra balordaggine.


Nello stesso modo un mio compaesano chiamato Matteozio, uomo assai rozzo, fece ridere molto. In un giorno di festa, ad un pranzo di sacerdoti, a’ preparativi del quale egli insieme con altri aveva preseduto, quando si fu alla fine, poichè molti di essi erano venuti di lontano, egli come più vecchio ebbe incarico di ringraziarli, e disse in questo modo: “Padri miei, vogliate perdonarci se qualche cosa vi è mancata; non facemmo noi ciò che dovevamo fare, ma bensì a misura delle facoltà nostre abbiamo trattati voi a seconda della vostra ignoranza.” Credeva il rozzo uomo, che cercava di chiudere il discorso con qualche grossa parola, di avere così dette le loro lodi come se avesse detto o Prudenza o Sapienza.


CII

Di un vecchio dalla barba lunga.


Antonio Lusco, che fu il più dotto e il più cortese degli uomini, ci raccontò una volta, discorrendo dopo pranzo, questa storia ridicola: — È un modo comune di dire, che quando alcuno fa rumor di ventre dica con quelli che sono presenti: Alla barba di chi non deve niente ad alcuno. Un vecchio di Vicenza che aveva la barba oltremodo lunga, fu chiamato in giudizio da un suo creditore, dinanzi al governatore della città, che era Ugolotto Biancardo, uomo dotto e severo. Il vecchio prese dinanzi al giudice a protestare, agitato, ch’egli non era di alcuna cosa debitore, ch’egli non doveva nulla a nessuno. “Vattene lungi subito, disse Ugolotto, e allontana da noi questa tua fetente barba che muove a schifo col male odore che manda.” E il vecchio, me-