Pagina:Poliziano - Le Selve, 1902.djvu/255

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di angelo poliziano 239

poema; giovandosi del ricordo che ne fa Menelao a Telemaco andato da lui in cerca del padre: la sua presenza nel cavallo di legno introdotto da Sinone; l’aver egli preso per la gola Anticlo d’Ortigia, che non rispondesse di là dentro alle voci d’Elena, presenti i Troiani; dopo l’eccidio di Troia, il naufragio sofferto dall’armata greca al promontorio di Cafareo, dove fu fulminato da Pallade Aiace d’Oileo, e d’onde camparono Agamennone ed esso Ulisse. Il quale, spinto dal vento al paese de’ Ciconi alleati di Troia, dopo saccheggiata la lor città, n’è respinto con perdita de’ suoi; approda in Libia, presso i mangiatori del dolce loto; poi in Sicilia, dove si libera dal terribile antro del ciclope Polifemo; in Eolia, dove riceve da Eolo chiusi in un otre i venti; a Lamo, città de’ Lestrigoni, dove Antifate gli divora compagni e gli fracassa navi; all’isola Eèa, dove Circe, tramutati in bestie i compagni, lo trattiene seco; va alle foci d’Averno, fra i popoli Cimmerii, spintovi da Mercurio a consultar l’ombra di Tiresia (figlio d’Everro) e offrir sangue di vittime ai Mani; erra per le acque di Sicilia, premunito da Circe contro la voce delle Sirene, e scemato di sei compagni nel passare fra i mostri Scilla e Cariddi; tocca la Sicilia, donde è cacciato dal Sole, a cui la Ninfa e figlia Lanipezie, riferisce degli armenti uccisigli dai compagni di lui: i quali Giove, per punizione, sperde in naufragio, solo Ulisse salvandosi all’isola Ogigia, ospitato dalla ninfa Calipso, figlia d’Atlante. Tutte queste avventure racconta da sé l’eroe nella reggia d’Alcinoo. Egli s’era partito, dopo lungo soggiorno, da Calipso, e novamente era stato da Nettuno travolto a pericolo di morte; dalla quale l’aveva salvato la Dea marina Leucotea, traendolo alle spiagge dell’ospitale Corcira, dove il re Alcinoo lo accoglie magnificamente. Alcinoo lo rinvia alla sua Itaca; la nave che ce lo ha accompagnato, al ritorno è convertita, verificando un antico oracolo, in sasso; Ulisse tornato in Itaca, trova la sua casa invasa dai proci. Adopera sottili arti a danno di essi e in prova della fedeltà di sua famiglia; finché insieme col figlio uccide i proci a colpi di freccia, e ritorna padrone della propria casa.