Pagina:Poliziano - Le Selve, 1902.djvu/87

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di angelo poliziano 71

E l’antico Sileno ed i Priapi,
Guardïani de’ campi, e Pale, diva495
De’ greggi, e Apollo, che, pastore in Fere,
Rese i luoghi felici, e le Baccanti
Dai capelli discinti, e Bacco, il quale
Nella cornuta fronte i bicolori
Corimbi squassa, e il pampinoso tralcio500
Nella giovine man. L’amore, il canto
E il suon tuttora gli riempion l’alma;
Ognor de’ fiori ei gusta la fragranza
E di Venere i doni, ed il piacere
Ignoto alle città, fonte di vita.505
Questi gli studi in che tranquillamente
Il pastore la sua vita trascorre.

Poscia, allorchèFonte/commento: norm. le stridule cicale
Cominciano a frinir, l’ali vibrando,
E fiera incombe a’ mietitor l’estate,510




Silenique senes, subdivallesque ithyphalli,
Et montana Pales, et quo pastore pheraei325
Gaudebant campi, et crinem resoluta mimallon,
Et qui cornigera bicolores fronte corymbos
Pampineamque manu tenera quatit Evius hastam;
Semper amor, semper cantus, et fistula cordi est,
Semper odorati Venerisque stipendia flores,330
Vitarumque altrix urbi male nota voluptas.
Talibus in studiis pastor molle exigit aevum.
Post ubi raucisonae pinna vibrante cicadae
Increpuere, ardensque metentibus ingruit aestus,