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il milione 127


ch’è una maraviglia, che1 e’ v’ha per una moneta che si chiama «vaspre», ch’è come uno viniziano, tre fagiani. Quando l’uomo ha passato questo fiume e l’uomo è ito due giornate, sí si truova una nobile cittá ch’è chiamata Caciafu (Cacianfu). Le genti sono tutti idoli, e tutti quegli della provincia del Cattai sono tutti idoli. Ed è terra di gran mercatanzia e d’arti, e havvi molta seta; quivi si fanno molti drappi di seta e d’oro. Qui non ha cosa da ricordare: però ci partiamo, e dirovvi d’una nobile cittá ch’è in capo del reame di Quengianfu.

XCV (CXi)

Della cittá di Quengianfu.

Quando l’uomo si parte della cittá ch’è detto di sopra, cavalca otto giornate per ponente, tuttavia trovando castella e cittadi assai, e di mercanzie e d’arti e begli giardini e case2. Ancora vi dico che tutta la contrada è piena di gelsi; le genti sono idoli; quivi ha cacciagioni e uccellagioni assai. Quando l’uomo ha cavalcato queste otto giornate, l’uomo truova la nobile cittá di Quengianfu, la quale è nobile e grande e capo di reame. E anticamente fu buono reame e possente; aguale n’è signore il figliuolo del Gran Cane, che Magala (Mangalai) è chiamato, e ha corona. Questa terra è di grande mercatanzia, e havvi molte gioie; quivi si lavora drappi d’oro e di seta di molte maniere, e di tutti fornimenti da oste. Egli hanno di tutte cose,3 che a uomo bisogna per vivere, in grande abondanza e per gran mercato. La villa è al ponente, e sono tutti idoli.

  1. Berl. se a tre fasani per uno groso (venezian), over per uno aspro al qual val puoco piú.
  2. Pad. * e canpi.
  3. Pad. che bisogna a corpo umano.