Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu/240

Da Wikisource.
226 il milione

CLVI (CLXXIX)

Della cittá di Caver (Cail).

Caver èe una cittá nobile e grande, ed è di Asciar, cioè1 del primo fratello delli cinque re. E sappiate che a questa cittá fanno porto tutte le navi che vengono verso ponente, cioè di Curimasa (Hormos) e di Quisai (Quis) e d’Arden (Aden) e di tutta l’Arabia, cariche di mercatanzia e di cavagli. E fanno qui capo2 perch’èe buon porto. E questo re è molto ricco di tesoro, e ’l suo tesoro sono molte ricche pietre preziose. Suo regno tiene bene mercatanti, e ispezialmente mercatanti che vengono d’altra parte, e perciò vi vanno piú volentieri3. E quando questi cinque fratelli re pigliano briga insieme e vogliono combattere, la madre, ch’è ancora viva, si si mette in mezzo e pacificagli: quando ella non puote, si piglia un coltello e dice che si ucciderá, e taglierassi «le poppe del petto, dond’io vi diedi lo mio latte»: allora gli figliuoli, per la piata che fa la madre loro, e’ provveggono quello ch’è il meglio: si fanno la pace. E questo è divenuto

  1. Intendi: del primo dei cinque fratelli re.
  2. Berl. perchè la sono in buon luogo per far marcadanzie, e portano molte marcadanzie (e cavalli) e altre cose... Questo re..., e portano adoso molte piere preziose, e vano molto onorevolmente; e reze el suo reame in gran iustizia; e propiamente lo mantien i marcadanti che vien lá de altre parte. Inperochè i marcadanti vano volentiera lá, perch’el sono bon re, che (si ben li) mantien, e perchè i fano gran utele e guadagno.
  3. Berl. * E questo re àno ben trexento moier, perchè se reputa grando colui che ne a plui. E quando... la mare non li lasa conbater, (e) pixor volte adevene che li fioli non se partiva...