Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu/227

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sero, messer, bene, dapoi che vi abbiamo trovato sano ed allegro. Quivi fu grande allegrezza della loro venuta; e quanto istettero di tempo nella corte ebbono onore piue d’altro barone.

8. come lo gran cane mandò marco figliuolo di messer niccolò per suo messaggio.

Ora avenne che questo Marco figliuolo di messer Niccolò, poichè istando nella corte apparò gli costumi tarteri, e loro lingue, e loro lettere, e’ diventò uomo savio e di grande valore oltra misura. E quando lo Gran Cane vidde in questo giovane tanta bontà, mandollo per suo messaggio ad una terra, ove penò ad andare sei mesi. Lo giovane ritornò bene e saviamente, e ridisse l’ambasciata, ed altre novelle di ciò che gli domandò, perchè il giovane avea veduto altri ambasciadori tornare d’altre terre, e non sapeano dire altre novelle delle contrade fuori che l’ambasciata, egli gli avea (1) per ciò il signore per folli, e diceva, che piue amava gli diversi costumi delle terre sapere, che sapere quello perch’egli avea mandato. E Marco sappiendo questo (2), apparò bene ogni cosa pes sapere ridire al Gran Cane.

9. come messer marco tornò (3) al gran cane.

Or tornò messer Marco al Gran Cane colla sua ambasciata, e bene seppe ridire quello, perchè egli era ito, e ancora tutte le maraviglie e le grandi e le nove cose che avea trovate. Sicchè piacque al Gran Cane e a tutti i suoi baroni, e tutti lo commendarono di gran senno e di grande bontà, e dissero se vivesse diverrebbe uomo di grandissimo valore. Venuto di questa ambasciata, sel chiamò il Gran Cane sopra tutte le sue ambasciate, e sappiate che stette col Gran Cane bene ventisette anni. (4) E in tutto questo tempo non finì d’andare in ambasciate per lo gran Cane, poichè recò sì bene la prima ambasciata. E faceagli tanto d’onore lo signore, che gli altri baroni ne aveano grande invidia: e questa è la ragione perchè messer Marco seppe più di quelle cose, che nessuno uomo che nascesse al mondo.


(1) Avuti per folli (C. Pucc.) - (2) Sicchè Marco essendo avvisato di ciò (ibid.)(3) Dalla sua ambasciata (C. Pucc.) - (4) Diciassette anni (C. Magliab. II.) Annis decem et septem, quibus fuit familiaris ipsius (C. Ricc.)