Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu/277

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è ne un discendente del legnaggio del Presto Giovanni, e ancora si è Presto Giovanni, e suo nome si è Giorgio . Egli tiene la terra per lo Gran Cane , ma non tutta quella che teneva lo Presto Giovanni, ma alcuna parte di quella medesima ; e sì vi dico , che tuttavia il Gran Cane ha date di sue figliuole, e di suoi parenti per moglie a questo re discendente del Presto Giovanni. In questa provincia si truova le pietre, di che si fa 1’ azurro molto buono (a) , e havvi ciambellotti di pelo di cammello . Egli vivono de’ frutti della terra ; quivi si ha mercatanzie ed arti ; la terra tengono gli cristiani, ma e’ v’ ha degl’ idoli, e di quegli che adorano Malcometto . Egli sono gli più bianchi uomeni del paese e più belli, e i più savj , e più uomeni mercatanti. E sappiate che questa provincia era la mastra sedia del Presto Giovanni, quando egli signoreggiava i Tarteri ; e in tutta quella contrada ancora vi stanno di suoi discendenti, e il re che la signoreggia è di suo lignaggio , e questo è lo luogo che noi chiamiamo Goggo e Magogo: ma egli lo chiamano Nug, e Mugoli ( •) , e ciascuna di queste provincie ha generazioni di gente alquante , e in Mogul dimorano i Tarteri. E quando 1 uomo cavalca per questa provincia sette giornate per levante verso li Tarteri, l’uomo truova molte cittadi e castella , ov’ha gente che adorano Malcometto , e idoli, e cristiani nestorini. Egli vivono d’ arti e di mercatanzie , egli sanno fare drappi dorati che si chiamano nasic- ci (/>) , e drappi di seta di molte maniere , e sono al Gran Cane , e y ha una citta eli’ ha nome Sindatui (¿), ove si fanno molte arti, e favisi tutti fornimenti da oste , e havvi una montagna , nella quale hae una molto buona argentiera (c) . Egli hanno cacciagioni di beili Mughuli ( Cod. Pucc. ) Gog inlingua sua nomìnant Ung , Magog vero Mungiti ( C. ice. ) (i) Sindacui ( Cod. Mcc. ) Sindaca ( C. Magi. III. ) Sindatau ( C. Magi. III. ) (a) Il Lapislazzulo. In fatti Fra Pipino traduce „ In hi» locis repcritur Lapis la- ,, zuli , de quo lit azurun peroplimum ( Cod. Rice. ) (б) Si ravvisa dal contesto essere drappi di seta intessuti d’oro di qualche gravezza , poiché il Balducci nel suo trattato di mercatura ( Della Decini. t. 111. p. io. ), Ira le mercatanzie di cui fassi traiheo a Costantinopoli pone „ : drappi „ d’ oro d' ogni ragione , e nacchi d’ogni „ ragione e uacchetti d’ ogni ragione „. Credo che i nacilù del Balducci siano i VOL. L nasicci del Polo, e il primo gli distingue dai zendadi o drappi sottili. Appare tanto pili ragionevole questa mia congettura che nell’ Edizione Ramusiana lej:gcsi ( p. 16. D. ) ,, Si fanno panni d’oro, na- siti lini e nai ch. e panni di seta. La voce abbreviato nacch. dee signilicare nacchi. Fra Pipino traduce ,, In hac provincia „ fiunt panni de serico et auro . .. pul- ,, chernuii valile „ . (c) Miniera o cava d' Argento cita la voce luCrusca, ma ne allega altro esempio Udito du questo stesso manoscritto . B