Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu/30

Da Wikisource.

TA appare, che non lasciarono i Cinesi pregio d’invenzione a verun altra XVI. Quantunque a pochi tanto arridesse fortuna, quanto al signor de’ Tartari, mortale anche esso provò l'amarezza, e l’umiliazione, di cui fu egli stesso l’artefice . Egli errò, come non pochi potenti di gran mente, e di gran cuore, per aver riposta cieca fiducia , in tale, che ne era indegno. Cublai aveva inalzato al ministero supremo un Saracino, appellato Achama,cui diede ogni arbitrio e potere. L’iniquo se ne giovò per appagare le voglie le più ree: incontinente quanto a Maomettano si concede, conculcava 1’ onore delle famiglie , le mogli, le figlie altrui facendo passare nel suo serraglio: imperioso, vendicativo, insaziabile di ricchezze, angariava i soggetti, e faceva il suo signore odiosissimo. Niuno osava parlare a Cublai delle iniquità di quel tristo: la cecità del padrone, rendeva formidabile il servo , e il terrore spengeva ogni affezione di sovrano e di patria . Per tante reità acquistò Achama l’odio de’Calaini in guisa, che assente il Gran Can da Gambalu, congiurarono contro il Saracino e r uccisero , e non meno irritati contro Cublai , vollero l’intero Catajo ribellarli. Ma la fede, e severità del rettore Mogollodi Gambalu, sventò la congiura . Istruito l’imperadore di quelle vicende, eragli grave, il persuadersi d’aver riposta per più di quattro lustri tanta fiducia in quell’ iniquo : nel tumulto di rimorsi e di dubbiezze, prudentissimo fu il suo contegno. Volle verificare i reati che s’imputavano ad Achama, ed ai suoi figli , ed essere dell’accaduto esattamente istruito. A ciò fare era d’uopo d’ uomo imparziale, di provata destrezza e probità , non Sara- Aiì. 1282. cia° perchè poteva parteggiare per gli accusati, non Cinese perchè poteva gravarli . Il Polo era in Gambalu quando accaddero quelle vicende ( t. 11. p. 180.) , e alla sua lealtà affidò l’istruzion dell’affare . Ei disse il vero, e convinta dalle sue reità la scellerata famiglia , Cublai fece gettare ai cani la spoglia d’ Achama , e giustiziare i suoi figli. Il servigio importantissimo rendulo dal Polo d’aver sottratti i popoli dalla tirannide de’ figli d’Achama , procacciò al Veneto l’onore d’ essere negli A11- » trate e numero degli abitanti ». Ma nel Testo della Crusca e nel Parigino è detto: f> sicché io Marco Polo, che ho veduto,e sono stato a far la ragione» ( t. 1. p. 146 ). Dice poi che della nobiltà di quella provincia il re di essa ne scrisse a Bayan, che la conquistò, e questi lo mandò a dire al Gran Can: » ed io vi conterò per ordine » ciò che l’ ¡scrittura conteneva , e tutto è vero perchè io Marco il vidi poscia co’ » miei occhi » ( ibid. p. 140. ) . Da questo cenno, si ravvisa, che vedeva i dispacci dei Generali al Gran Can , lo che è una conferma della carica che aveva in corte , che dichiareremo nel seguente capo .