primamente a dominare, si dichiarerà al presente. Essi abitavaqucl nome nei secoli posteriori alla rovina dell’Impero dpi Tartari. Moltiplicatisi
si suddivisero e furono distinti col nome di Bianchi, di Neri, e di Selvaggi. Presso questi, ebbe i natali di The - mud - gin, o il celebre Gengiscan. A queste
tribù diverse, fa d’uopo aggiungere coloro che furono detti Tartari Aquatici
perchè si stabilirono vicino al Lago Kuo-luan o Kulun come lo appellano i Mogolli, che sembrano essere quelli che da parecchi scrittori furono anche delti
Su - Mogul (Deguignes t. IV. p. ?.). I Tartari Neri, separati dagli altri, presero
il nome di Munigol, e divennero nemici degli altri che mantennero il nome di
Tartari. Dei Mogolli che i Cinesi appellano Mongu e anticamente Mongku ne
fanno alcun lieve cenno le lor storie innanzi il mille, ma nel 1155 incominciarono a rendersi formidabili alla dinastia dei Kin. Nè parlano come d’un popolo feroce, che vedeva ugualmente di giorno e di notte, valoroso nel combattere, e che aveva corazze fatte di pelle di pesce a prova di freccia. Nell’anno 1155. inviarono i Kin un armata contro di essi per contenerli (Hist. Gen.
de la Chin. t. VIII. p. 5i8). Ye -su - kai Signore dei Mogolli e padre di Gengiscan disfece i Tartari Bianchi e condusse seco prigioniero il re di quelle genti detto The - mud - gin. 11 figlio soggiogò il resto delle Nazioni Tartare, e
Visdelou osserva che i Mogolli erano offesi, allorchè gli ambasciatori di Occidente appellavangli Tartari, con cui per comune origine e per anteriore celebrità gli confusero anco i Cinesi, che dierono il nome di Tartaria a tutta la parte settentrionale dell’Asia passata sotto la loro dominazione. Ma il vederli chiamati Tartari dal Polo ch’era cortigiano, e perciò dovea essere accostumato a non
dispiacere ai grandi, che lo avevano tanto cordialmente protetto ed accolto,
l’uso introdottosi presso il popolo Cinese che è cerimonioso e circospetto di
appellar Tartari i suoi padroni i Mogolli, fa che io non mi appigli di buon
grado all’opinione del Visdelou, ma piultosto a quella di Petis de la Croix, il
quale narra che Gengiscan essendo stato servito utilmente dai Sumugol delti
Tartari e Tata dai Cinesi da un fiume di cotal nome, che bagnava le loro terre, dichiaro che al titolo d’imperatore dei Mogolli aggiugerebbe quello di GranCan dei Tartari, per onorare una nazione ch’ eragli stata nemica, onde è che i
suoi sudditi appellaronsi indistamente Tartari e Mogolli (Hist. de Geng. p. 80).
Osservano molti recenti scrittori,e fra questi il Sig.Langles che questi popoli converrebbe appellarli Tatari all’Orienlale, e non Tartari (Forster Voy. du Bengal a Petersb. t. II. p. p.40 not.). Ma siccome sono conosciuti in Italia da tanti secoli conquesto
nome, credo di appellarli secondo l’antica costumanza, e di non mutare nome nè a
essi, nè a Gengiscan nè a Cullai. Ailone Armeno divide in sette tribù la nazione
Tartara, e Mogolla, e dicela ignobile, e sconosciuta sino ai tempi di Gengiscan. (Hist. Orient, c. XVI.) Infatti viveasi isolata e lontana di troppo da tutti i popoli che
aveano nominanza di civiltà per acquistar grido. Anche dalla Cina era separata dagli
stali dei Kin, o signori delle provincie settentrionali di quel vasto Impero, dal regno di Hia o Tangut, da quello dei Keraiti o di 1 enduc, dai Naimanni ed altri popoli. I Mogolli non conoscevano la scrittura ai tempi di Gengiscan, i sacerdoti Jguri ossia i seguaci del culto di Lama introdussero il loro alfabeto presso i
Mogolli. La lettera inviata a S. Luigi da Mangu Can era in lingua Mogolla, e
scrina in detti caratteri. Essi hanno la consuetudine di scrivere in linee Verti