Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/384

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pale è detta Fugiu ^, per il quale si camma sei giornate alla volta di Scirocco sempre per monti e valli 6^s, e si truovano di continuo luoghi abitati, dove è gran copia di vitluarie 6+9, e vi fanno gran cacciagioni, e vanno ad uccellare, per esservi varie soni d’uccelli. Sono idolatri, e sottoposti al Gran Gm, e ianno mercanzie. In questi contorni si trovano leoni tortissimi 650. \i nasce il zenzero,, e il galangà in gran copia, e d’altre sorti di specie, e per una moneta, che vaglia un grosso d’argento veneziano s’avera ottanta libbre di zenzero fresco, tanto ve a’è abbondanza. Vi nasce un’erba, che produce un frutto 6S‘, che fa 647. Fugui, e meglio il Testo nostro Fugiu ossia Futchcu capitale del Fokien, nome che il Polo diede anche alla provincia nel Ms. testè citato. E’ citta nobilissima per magnificenza di fabbriche, e per la ricchezza dei traffici. I bastimenti dal mare risalgono sino sotto la città ove è il gran borgo di 1Vantai. Vi è un ponte che ha di lunghezza cinquecento pertiche, e di larghezza circa mezza pertica, fabbricato di pietra bianca: ha più di cento archi; è ornato di balaustrate e di piedistalli ove posano leoni bene scolpiti. In quella città sono molti templi, ed uno dei più son tuosi è nel borgo testè rammentato (\lart- 1. c.p. 149)• A mio parere riparla di detta citta al capo 78 di questo libro col nome di Caigui. Lat. di Fu-tcheu 26 ° 2. ’ Long. Orieut. di Pek. 3.° o.’ Duhaldo. 648 Sempre per monti e v<illi. Il Duhaldo osserva ohe Kiu-tcheu è la citlà più meridionale del Iche-kiang a confine del Fokien \ che il cammino che vi conduce che è di Ire giornate è difficile per essere montuoso. Che questa via comincia a K ang-chn n-hi e n, e dura trenta leghe per monti scoscesi. In una di quelle montagne v’è una se du di più di trecento s. alini, che gira l’erta per agevolarne la salita (t. I. p 181). li P. Muri ini che visitò la provinci’ dice: d il y a par tout des montagne« t coirvertes par fui» d’arbr«?«, et d’agrèablesforèls 1» (All. p. »47)• 649. E %’i è gran cupi a di vittuarie t Si la nature (dice il rammentato scrittore ria pas perinis, ni vuulu,qu’ il y eut des pa^s piala, ni «le ra&cs ■ arnp; giich, l’’rt, le tru/ail, 1‘ industrie de« humnites on cut futi foimcr un. On 1 enconire par tout de« montagne« que vous ptnuriez nomina.r uvee s laifton de» iheatres verds. On a tanle, et coupè cn là cu» d’e.sculier« et e9 schclles, par ou du ha» del’uno on monte dans l’aulie. Gir conimele ria ne croist que dana lek eaux, ausai lui faut il un pay plut, ce qui est rare et merveilbux a voir, il« conduisent sssez. 8«iuvent d’une moni.igne a laulre, par 9 le mojcn des canaux, le« eaux qui &oiiù>cnt, el soni necessauca pour aiTuain » (Mart. All. p. »47)• • trjtj. Lmvnifertiti imi, Dee i »tendersi ti^ii (V- n.338>). t i»Si. t >n’erlxj <:fu- produce un Jrutlo. Avverte «aviamente ili.M.i radili (in. io<)8) ch<’ <■ la Curcuma /onftu, che seroi» lo il De (¿uhgucs i Cinini appellano (Jtu-kiung, e che I II’ ’ di quesls di-ga in cucina non è comune ncdla Cina ma mollo presso i \\JaLui c ¿’t alili abitanti d IT arcipelago Orientale, c che da loro avi anno uppaiato i popoli del Kukien ad usarne. 11 T.ugioni dii(rive l i piantu che viene dall’indù: per uso Medi. mali:. !/ un’ rsdice cilindrica »torta della lunghezza d’ut» [lollice, alquanto amoiella, del colore dclL ceia gtulla a tutta sostanza. Gl’Indiasi usano la minore, uu