CAP. XI.
Del regno di Felech, ch’è sopra la Giava Minore.
Cominciamo adunque a narrare del regno di Felech ?5°,
il qual’è uno delli delti otto. In questo regno tutte le genti adorano gl’idoli, ma per li mercanti Saraceni, che dei continuo ivi
conversano, si sono convertiti alla legge di Macometto,, cioè
quelli, che abitano nelle città; e quelli che abitano ne’ monti
sono come bestie, perocchè mangiano carne umana ?5‘, e generalmente ogni sorte di carni monde, e immonde 552 ^ e adorano
diverse cose ’53, perchè quando alcuno si leva sii la mattina, adora
la prima cosa ch’ ei vede per tutto quel dì.
75o. Felech. Secondo il Marsden è il Pcrlaeh d’oggidì, che è un luogo posto
oli’estremità orientale dalla parte settentrionale dell’Isola. Gli Arabi che mancano del suono delle lc-Ltere p lo appellano Ferlack. E i piloti del navilio del Polo dovevano essere Arabi, avvezzi a navigare e trafficare nel Seno Persico e da Moscate alla Cina (ibid. p. 120) Nella carta che va aggiunta all’illustrazione del Polo
del Marsden questo luogo è segnato ove è il Tuhgiong Goeru o la Punta del Diamante della Carta dell’Anville.
r]5i. ¿’ono come bestie, mangiano carne umana. Il Marsden che è la guida più
sicura in questa parte dell’illustrazione del Polo,crede che i popoli, di cui qui ragiona siano i Batta, che abitano una considerevole parte dell’isola a Tramontana. Allega
le autorità del Conti, del Barros, del Baulieu che affermano che erano mangiatori di
carne umana (n. 1202). Secondo il Marsden mangiano i prigionieri di guerra, e i
condannati a morte, non spintivi dalla fame, ma per trarre vendetta dei loro nemici, 0 per punizione del misfatto (t. II. p. 196).
n52. Carni monde e immonde. » Non si fanno scrupolo (i Batta) di mangiare
il bufalo, il poi co, il topo, l’alligatore, e gli altri animali salvatici morti xche possono avere » (Marsd. n. i2o5).
y5r>. ^ dorano diverse cose. E dà porre in dubbio se essi e gli altri indigeni dell’
isola abbiano una religione: hanno una specie di sacerdoti che sotterrano i morti, e
predicono i giorni fausti o infausti, che osservano scrupolosamente. Hanno una qualche idea d’un Ente potente e benefico, e d’un altro che credono principio del male. Non rendanoli rulto^ e non sembrano avere timore, o speranze per l’avvenire
(Hist. de Sumat. t.ll. p.212). Lodovico Barteina nel pai lare di Giava dice: » alcuni sono che adorano li sole, alti i la luna, molti adorano il bue, gran parte la piiv ma cosa che incontrano la mattina, e altri adorano il diavolo (Barn. JVav- t. I. p»
iòti. O).