Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/60

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pìici, e di grosso intelletto, abitano nelle montagne, e luoghi inaccessibili, dove sanno esser buoni pascoli: perchè vivono solamente di animali, e ivi nascono buoni cavalli detti turcomani, e buoni muli, che sono di gran valuta: e l’altre genti sono Armeni, e Greei, che stanno nelle città, e castelli, e vivono di mercanzie, e arti, e qui si lavorano tappeti ottimi, e li più. belli del mondo, e eziandio panni di seta cremesina; e d’altri colori belli e ricchi, e vi sono fra l’altre città Cogno ■+I,Cayssaria ’’, e Seuasta ^. dove il glorioso rnesser San Biagio patì il martirio 44. ri vive?ano in qualche indipendenza rifugiati nelle montagne della Caramania che formano parte della catena del Tauro (Deguig. t. i. p. 245.). Queste genti sono quelle dette dal Polo Turcomani. Oggidì appellasi Turcomano un popolo pastore e salvatico, d’origine Tartara che abita la parte Alpina della Natòlia dedito al ladroneccio (Tournefort. Voy. au Levant t. III. p, 5oy.). Discorre lungamente dei Turcomani, e delle loro costumanze semplici e agresti il Sig. Mories, (Nouv. Voy. en Perse t. II. p. 377.) 4c. Cogno eia Citta detta dagli antichi Iconìum oggidì Konie nella parte montuosa della Karam mia. Abulfeda (Geugr.p.3o3.) » Cumjah est urbs Celebris. Habet v ab Austro moutem a quo defluii amnis qui Curxiam ab occidente subit. Hanet hortos a plaga montis ad tre» ferme parasangas. In ejus arce est Platonis Philosophi monumentum... Solthani sede». Fluvius ejus... rigat hortos deinde evadit in lacum pratis cintum. » 42. Kayssurie è l’antica Cesarea di Cappadocia, capitale di detta provincia posta alle falde del monte Argeo. (Cluv. Int. ad Googr: pag. 670.) L segnata nella carta d’Asia d’Anville. Abulfeda (Geogr. p, 3o3.) » Kaisarijha est urbs magna harboribus, et hortis et fructibus dives et fontibus qui eam allabuntur. Intra se habet arcem munitam Solthani sedem. A Cae•ù sare nomen habet. » Ha descritta Cesarea il Pochockio (P. III. Asi. Minor, lib. II. cap. XIV.) Ne pone la situazione a undici miglia a ponente libeccio d Angora. I Turchi l’appellano Kaisar anche oggidì. A cento ottanta moschee, un Convento Greco e tre Armeni. Sonovi tuttora dei monumenti. 45. Sevafta, o Sebaste di Cappadocia fu una delle tante città ch’ ebbero il nome d’Augusta nell’ Impero Romano. A questa città diello in onore di Aug iato una regina vedova di Polemone Re di Ponto. Giace nella vicinanza del fiume Halys (Anvil. Geograph. Ancien, t. ]I. p. 69.) oggidì chiamasi Sivas. (Abulf. Gcogr. p. 3o3.) » Siva» est urbs magna muro cincta, cum arce parva, fontibus et paucis arboribus: dimidia fere p-vasanga abest a • magno suo fiuvio Sitrat. Ait saidi filiti», est inter inetropole» celebre» aP’il marcatore» in piano 0. Fu crudelmente trattata 4a Timur che ne distrusse le fortificazioni, 44- S. Biagio, Vescovo di Sebaste »offri il martirio noli’ anno 3io sotto Licinio mentre governava quella provincia Agricola. Fnrongli lacerate le carni con pattini di ferro, e dopo altri tormenti fu decapitato. (Fleur. Ist. Lcclcs. Genov. «7t. II. p. 14G.)