CAP. XVIII.
Come partendosi da Chiermaìn, si va per un deserto di
sette giornate alla città di Cobinam: e dell acque
amare, che si truovano, e alla fine di un fiume
d’acqua dolce.
Partendoii di Chiermain, e cavalcando per tre giornate, s’arriva à un deserto, 123 pei quale si và fino a
Cohinaui, I24 e dura sette giornate, e ne’primi tre giorni,
non si trova salvo, che un jjuco d acqua 3 © quella è salsa e verde come l’erba d’un prato ^ ed è tanto amara
cbe niuno ne può bere, e s’ alcuno ne beve pur una
gocciola và da basso più di dieci volte, e similmente gli
125. Un Deserto. Il deserto che qui descrive è il gran deserto salino,
cbe è il più celebre della Persia che estendesi dalla Caramania fino al Mazanderan e da Koom fino al Cabulistan, che ha di lunghezza 4°o miglia, e dugento
cinquanta in larghezza. Secondo Macdonald Kinner è una terra impregnata di nitro e d’altri sali, lo che da quel gustò amaro e reo alle acque che rammenta il Polo, che traversò questo deserto dal confine del Kerman a Yezd passando per Cobis (Memoir. p. 20). Pottinger da a questo deserto 270 miglia di lunghezza da 1Xermanckir sino alle Montagne del Korastan, di larghezza 200
Miglia da Yezd sino alla catena dei monti che separano il deserto dal Sedjcjtan (t. IJ. p. 478). Non produce erba, e per ispazj di 80 e 90 miglia non vi si
Tova nemmeno una gocciola d’acqua. I corrieri possono traversare il deserto
nella sua più gran dimensione in diciotto giorni, ma il pericolo di perirvi è
Grandissimo. Descrive come disabitato, e mollissimo infestato dai ladri il
Deserto Ebn-Auckal (p. 191).
124’ Cobinam si ravvisa per la città detta da Ebn-Auckal Kubcis (p.
Tf)4.): Chubis da Abulfeda (Geogr. p. 555). Pottinger dopo aver descritto
il deserto soggiunge a 32.“ 20/ di Latitudine trovasi la città di Khcbis fabbricata in una campagna sempre verde, che a parecchi piacevoli giardini.
Pare che sia stata edificata come luogo di refugio, e negli antichi tempi
p^r favoreggiare il commercio fra la Persia e il Sedjastan, poichè è a mezza
distanza dai due paesi: era florida altra volta è oggidì luogo miserabile e rovinati». Oli abitanti sono malandrini insigni, e inseguiti si refugiano a casa
loro a traverso il deserto per vie a tutti altri sconosciute. E cosa degna d osstnratione che I’ acqua dei giardini di Khebis è dolce e abbondante, quantunque da ogni banda il suo turritorio sia cinto da un deserto aridissimo ove non
vod’-si piti vegetazione veruna. (Potting. Voy. t. I. p. 429). Nei deserti vastissimi
dell Asia e dell’Affrica sonovi alcune larghe piazzate di terra fruttifera, che
’0110 couie isole in quei pelaghi di rena, che gli antichi chiamarono Oasi.