succo. In tendo di Primavera produce il caule alto un cubito,
e mezo, dal quale spuntano foglie più lunghe delle prime,
et alquanto intagliate, queste vestono il caule con giusto
intervallo à due à due, et quanto più alla sommità
s'avvicinano, sono ancora più profondamente divise, come
nella stessa Valeriana si vede. Gli fiori sono prodotti in umbella
bianchi, et alquanto odorati. Il caule si disperde l' Aprile,
e 'l Maggio, restando sotterra il rimanente del tempo
le radici tuberose, delle quali pendono alcune filamenta, cui sono
appese alcune tubercule come nella volgar Filipendula. il
loro odore è di Nardo. Da queste nelle prime pioggie dell'Autunno
sorgono nuovi germogli. Nasce egli ne' luoghi montuosi,
et humidi, et alcune volte tra' sassi. Egli s'avvicina
a' generi de' Nardi, et peravventura incogniti à gli Antichi.
è ben vero, che Galeno nel lib. IX. Medicamentorum
secundum locos, nel capo IV. mentre egli espone il Medicamento
di Philone Tarsense, fece mentione del Nardo di Candia,
ma solo co 'l nudo nome, senza venir ad altro particolare;
nè mi ricordo haver letto altro del Nardo Cretico presso di
lui. Plinio nel XII. al XII. Capo connumera una pianta
tra' generi del Nardo con epiteto di Cretico, il quale da alcuni
fu chiamato Agrio, da altri Phù; descrivendolo con foglie
d'Olusatro, et con caule nodoso lungo un cubito, che nel,
bianco porporeggia, con radice torta, fibrosa, imitante i piedi
d'uccelli; la cui descrittione non al nostro Nardo, ma alla
Valeriana, ò Phù di Dioscoride si conviene, ancorche non faci
alcuna mentione, ch'il fiore sij simile al Narcisso, come notò
Dioscoride. Il Dalecampio nella fine delle sue annotationi
in Plinio al Capo XII. crede, che nel testo Greco si debbi leg-
Tempo.
Odore.
Luogo.
Nardo di Candia presso Galeno.
Nardo Cretico appresso Plinio, chiamato Agrio, et Phù.