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Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/174

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154 DESCRITTIONE

Sapore. Odore.

due al ramo, sottili, lunghette, spuntate, che verso il caule si vanno stringendo. Il colore è verde fosco simile assai al Ieranzuni, com'anco i fiori, producendoli nell'estremità de rami, gialli simili al detto Meliloto di Candia, à questi succedono le silique lunghe, sottili, piene di grani simili al Senape, et quasi smpre queste silique sono gemelle. Il sapore è come di Citiso, ò di Loto, com' anco l'odore; al gusto è lentoso, et amareto con alquanto d'acetosità congiunta, che nel fine si scopre.

A questo segue;

La Calaminta II. del Matthioli, ò montana d'alcuni.

La Lampsana del Dodoneo.

Il Climeno di Plinio, secondo alcuni; Il Dodoneo se lo dimostrò per Androsemo, et è il II. Androsemo del Fuchsio.

Il Cherefoglio di Columella presso il Dodoneo; Questo dal Manardo fu creduto Mirohide, fu anco chiamato Oreoselino da Luigi Anguillara, et altri lo nominò Cerefoglio, et Gingidio.

Il Marrubio agreste del Trago, overo come credè il Lobelio, Stachi di Dioscoride, et Scordote di Plinio, tuttoche il Scordote Pliniano sia pianta molto diversa da questa, si come habbiam detto dianzi nelle piante Belliane.

L'Herba Sacra presso il Dalecampio, ò Mellissa del Trago, et del Cordo; da altri (malamente) fù creduta Mellissa del Fuchsio; imperoche la Mellissa di quest' Auttore, altro non è ch'è la stessa Calaminta prestante del Lobelio.

Lo Sfondilio de' moderni; overo Acantho de' Tedeschi.

La Cicuta.


Il