Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/344

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60 DESCRITTIONE

hora elegge, come d'una stessa bontade. Fuori di proposito non sarebbe di nuovo tornare con diligenza ad investigare, quali di questi colori bontà maggiore dinoti, et come debbano esser di mano in mano collocati; Ma tralasciamo hora di darne il parer nostro, poiche s'hà da fare più sotto, mentre le parole di Plinio si spiegheranno.

Non coactum, vel connexum, solutum autem, et diffusum; Molto oscuramente parla in questo luogo Dioscoride, il senso del quale molto difficil fora l'intendere, se non fosse questo luogo da Plinio stato illustrato, dove parla dell' Amomo falsificato. Là onde non senza causa entra Marcello in sospetto, che sia il testo in cotal parte corrotto, ma acciò chiaro si faccia, et palese si renda il senso di queste parole, tre cose si devono supporre. L'una sarà, che dicendo Dioscoride, che si deve eleggere l'ottimo Amomo, non parla della pianta altrimenti, ma del frutto si bene. Et questa prima suppositione, se bene è dalle antedette cose manifesta, si farà anco più chiara dalle cose, che s'hanno di sotto à trattare. Si deve secondariamente da Plinio supporre, che di due sorti era il legitimo Amomo, ch'era da gli Antichi adoperato, l'una era l'uva dell'Amomo, ò l'intiero grappolo: L'altra sorte poi il friato, ò Amomo dal proprio sostegno staccato, cioè il grappolo rotto. La terza cosa da presupporsi dall'istesso Plinio è; ch'era d'alcuni herbolai costume il falsificare, et l'imitare il grappolo del legitimo Amomo, il quale artificiosamente formavano da' fragmenti dell' Amomo insieme attaccati colla gomma liquida. Supposte queste cose non è difficile il vedere qual differenza sia tra il legitimo, et falso Amomo, tra quello, ch'è naturalmente intiero, et quello ch'è artificiosamente


falsi-