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quod labent cioè perchè ci si sdrucciola sopra...

Teano. — E tu che parli così bene di pietre e di piedi, dimmi un po’ ora della mano: è maschia o femmina?

Men. — Quand’è occupata nel far qualche cosa non soffre? dunque è femmina perchè passiva.

Teano. — Ma è attiva se ti picchia... Così p. es.!... Prendi questo!

Men. — Ahimè disgraziato!

Teano. — Non gridare! Di’ piuttosto per qual ragione quando la mano si congiunge diventa pugno, e picchiandoti si fa maschile...

Men. — Con te non voglio più discorrere. Tu sì, Mercurio caro, fammi il piacere, quando andrai a Napoli, in quella riunione che si suol tenere nei dì di festa presso l’Arco,... fammi il piacere di dire una parolina a Giovian Pontano, e di avvisarlo a mio nome che il frequentativo di curro è curso e non cursito. Rimprovera poi Antonio Panormita, che ha inventato il diminutivo epistolutiam...

Merc. — Credo che Antonio, il quale di grammatica ne sa cento volte più di te, ti potrebbe rispondere che la lingua Italiana ha creato non solo nuovi diminutivi, ma nuove forme di accrescitivi e di dispregiativi. Così ti si potrebbe dire p. es.: «Addio, baccellone grammaticone!» E tu, Pedano, hai altro da dire?

Ped. — Che Boezio non ha avuto il nome dalla Beozia, ma dalla carne bovina di cui si cibava: me l’ha detto il suo cuoco.

Teano. — Anch’io ho una cosa da dire: «Siano confiscati i beni ai figli di questo sciocco Pedano! sian messe all’asta le sue case, e si restituisca agli scolari il denaro che Pedano ha ricevuto da loro!»

Merc. — Sta in guardia anche tu allora, pei tuoi figli!