Pagina:Pontano - L'amor coniugale.djvu/28

Da Wikisource.
16 l’amor coniugale


Ecco un arguto poeta che t’ama e la fronte circonda
già d’apollinea fronda: non ne saresti lieta?

Seco ti vuol pur anco se moglie non essergli brami,
ne’ dí lieti e nei grami sempre sarà al tuo fianco.100

Purché a te piaccia egli vuole all’orride pugne mischiarsi,
o all’ultime recarsi scitiche piagge sole.

Né resterà se avvampi il sole le libiche arene
o splendan le serene Orse ai gelati campi.104

Ti resterà fedele dall’alba alla candida sera:
sarà la vita intera una luna di miele.

Quando goder tu puoi l’ossequio di un’alma a te cara
non la vecchiezza è amara, gravi non gli anni tuoi.108

Qual gioia mai ti molce se gli anni tuoi belli ozïosa
vivi, il piacer di sposa senza goder sí dolce?

Ti loderanno se il rito di Venere compia sponsale
nell’abbraccio legale del tuo caro marito.112

Come senz’acque il fiume, o stelo di fior non adorno,
qual senza sole il giorno e notte senza lume,

letto cosí non piace se all’ombra delizïosa
con allettante sposa pari un amor non giace.116

Pur io con nodo stretto al caro Clitumno abbracciata
riposo abbandonata sul desïoso petto.

Venere piú della luce ha cari i notturni piaceri,
(accende essa i doppieri e l’alba essa conduce).120