Pagina:Pontano - L'amor coniugale.djvu/62

Da Wikisource.
50 l’amor coniugale


Cosa piú molle dell’ombra non v’è per la mente tranquilla,
tra i viali della villa sotto populea fronda;

quivi il divino alloro il verde disposa ai giganti
platani ed ai fragranti cedri dai frutti d’oro.24

Dolce lavoro disporre le tenere piante in giardino:
e dolce sul mattino l’umida rosa côrre;

bello intrecciare ai Lari, sedendo, una tenue ghirlanda,
porre l’offerta blanda di Cerere agli altari;28

cogliere i frutti arborali, e ai monti le fragole agresti;
d’oro colmare i cesti con i pomi aromali;

tender la cieca rete, cacciare gl’incauti uccelletti:
mille piaceri schietti à la campestre quiete.32

Farti indugiar non bramo; addio bella prigione dorata:
verso la villa amata io seguo il tuo richiamo.

La moglie m’è guida del cuore: seguiam nell’esiglio i suoi lari:
bianca, ma fida ai cari voti ed al fido amore.36

O a me concessa pace pur dopo sí lunga fatica,
dolce quïete amica, dove la mente giace!

Forse da vecchio godrai, o cuor, ciò che pria non avesti,
i tuoi riposi agresti in mezzo ai verdi mâi.40

Salve, o divina terra, feconda ed immacolata:
qui con la moglie amata, felice ora mi serra.

Questo destin ci consoli da vecchi: e se giunga la morte,
ingannerem la sorte dura, vivendo soli!44