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In una sua breve dimora in Bologna prese parte ad una lotta personale che ebbe luogo nei fogli pubblici. Assunse in quell’occasione il pseudonimo shakespeariano di Mercutio e combattè colla penna audacemente, sì che quel pseudonimo non è forse dimenticato in Bologna ed abbiamo creduto bene di trovargli posto sul frontispizio di questo canzoniere. Ci asteniamo però dal riprodurre versi amari che l’autore scrisse in quei giorni: prima perchè di argomento troppo municipale, poi perchè la persona contro la quale erano diretti ha pagato, in ben altra guisa, i suoi debiti colla società.

Finite queste lotte, finì anche l’energia momentanea che lo aveva sostenuto, peggiorò e dovette cercare aure più miti. Finalmente, sul finire del 1875, lo vedemmo improvvisamente ricomparire a Bologna, bianco, macilento, curvo come un vecchio; gli occhi solo erano vivi. Non ascoltò gli amici che lo pregavano di ritornare a Napoli od a Pisa, e volle inesorabilmente ri-