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VII.


E

pur mi sento nel cervello anch’io
Qualche cosa che vive e che lavora,
E pur quest’aura che il mio volto sfiora
4L’alito par dell’agitante Iddio!

    Talor, cedendo a’ sogni miei m’avvio
Per floridi sentier che il mondo ignora;
Salgono i canti alle mie labbra allora
8E spero e credo nell’ingegno mio.

    Ma quando il dubbio mi risveglia, quando
Via per la nebbia del mattin tranquille
11Sfuman le larve che seguii sognando,

    Colle man mi fo velo alle pupille
E mi guardo nel core e mi domando:
14Sono un poeta o sono un imbecille?