Pagina:Praga - Memorie del presbiterio.djvu/197

Da Wikisource.

— 187 —

tanara e devota doveva parere una enormità: essere ballerina!

Ho notato che l’avversione per la gente da palcoscenico è maggiore nelle classi inferiori che non sia nelle superiori.

Un artista di teatro può lusingarsi di essere ricevuto a Corte, non sarà mai rispettato nella casupola di un campagnolo.

— Non credo, continuò Mansueta, che Rosilde fosse contenta di quel suo stato; l’aveva scelto a fine di bene... ma pur troppo, farina del diavolo va tutta in crusca.

— Com’è andata? domandai.

La donna era per lo meno tanto desiderosa di farmi le sue confidenze quanto io di ascoltarle.


STORIA DI ROSILDE.


«Noi siamo di Castelletto sulla riva destra del Ticino.

«Nostro padre faceva il pescatore, il barcaiuolo tra Sesto Calende e il nostro paese e un po’, come tutti dalle nostre parti, il contrabbando di tabacco.

«Coi suoi guadagni stentava a mantenerci; la famiglia non era grande; ma non c’erano altri uomini; la mamma era da parecchi anni sempre ammalata, io avevo il mio da fare per assisterla e sbrigare le faccende di casa: mia sorella era una bambina.

«Noi eravamo molto poveri e molto disgraziati; certe volte d’inverno restavamo delle giornate intiere senza pane e senza fuoco.

«Con tutto ciò il povero papà era un uomo di buon umore: pigliava in santa pace le miserie che