Pagina:Praga - Memorie del presbiterio.djvu/273

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Però fu con viva gioia ch’ella si accorse d’essergli cara.

Ciò bastava al suo orgoglio e non aveva la pretesa nè di dare, nè di ottenerne amore. Era troppo modesta per questo.

Certo ella non scandagliava troppo in fondo i proprii sentimenti, non notomizzava con analisi soverchiamente rigorosa l’effetto che produceva nel suo cuore lo sguardo affettuosamente grave di don Luigi, il suo viso allora giovanile e incorniciato da ricche ciocche ricciute di capelli nerissimi.

Ella ci teneva a non farsi illusioni, — e forse questa sua modesta smania di realtà era la più grande, la più generosa delle illusioni.

Però ella non la smentì mai neppure con sè stessa; se i desideri, i timidi suggerimenti del suo cuore si levarono alla fine contro di essa per dissiparla, — ella seppe vincerli, frenarli, farli tacere.

Ella non pensò mai a calcolar sull’avvenire di lui e del presente non prese mai che le ore di riposo: e quando si avvide che ella poteva influire sul suo destino, nuocergli, ebbe il coraggio di....

Ma non precipitiamo gli avvenimenti.

Rosilde e don Luigi si vedevano dunque regolarmente tutte le mattine.

A quell’ora, dopo la messa prima, si faceva nel Presbiterio e nel villaggio una gran pace. Il campanile dopo aver confidato agli echi della montagna i suoi squilli di benedizione taceva. Baccio, svestito, coll’abito di sacrestia, il sacro carattere delle sue funzioni, usciva in campagna con tutta la sua famiglia. Mansueta attendeva al governo del suo pollaio: governo assoluto, personale, faccenda di colossale importanza.