Vai al contenuto

Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/184

Da Wikisource.
178



     Terribil Dio, rispondimi:
perché a crearmi questi
vani fantasmi un lucido
strano poter mi desti?
85Ah! le gioconde immagini
hanno un balen di vita,
e l’anima assopita
ritorna a lacrimar.


     Addio, fanciulla! In tramiti
90contrari il ciel ne pose.
Spine sul mio germoglino:
sul tuo fioriscan rose.
La gondoletta i placidi
seni aitraversi ancora;
95la fulminata prora
nuoti in balía del mar.


     Addio, fanciulla. Un intimo
di me pensier ti resti.
Lontani ancor ricòrdati
100che son fratelli i mesti.
Altri pur sua ti nomini
ne’tuoi felici giorni:
purché tu mia ritorni,
quando il dolor verrá.


     105Oh! se dispersi fossimo
anco alle plaghe estreme,
l’orme affrettiamo e i palpiti,
per ricercarci insieme.
Questa, tremando, è l’ultima
110ch’io t’oso dir parola;
questo pensier consola
la mia raminga etá.