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XCV

AURA DIVA

Nel modo malinconico o ridente
del mio pensier non entri anima viva!
N’ho assai di questa razza intellettiva
c’ ha lupo o scinda per gentil parente.
Or mi piace albergar dentro la mente
l’ombra, il tenero fior, la verde riva,
la rugiadosa stella e l’aura diva
che uscir dai mirti del Peneo si sente.
Aura, clic scherzi, e giá lu meglio un giorno
ne’ miei capelli, e d’un ambrosio spiro
mi rivesti il pensier piú disadorno;
aura, con me rimani, e tragga il vento
della fortuna ogn altra cosa in giro.
A me basta il mio riso e il mio lamento.

XCVI

PICCOLE VITE

Come felice col tuo mondo arcano
lo sgocciolo pispiglia entro la siepe!
come gioconda, al sol meridiano,
sugli aspri tufi la lueerta repe!
come a’ vesperi allegro il mandriano
torna le pecorelle al suo presepe!
che divine fragranze ha il fior montano,
chiuso tra i muschi, quando l’aer tepe!
Queste, care agli dei, picciole vite,
senza falso dolore o falsa gioia,
fan tal cosa di me, che a quando a quando
lo andar m’è caro per le vie romite;
e, assiso a l’ombra, ove nessun mi noia,
con le stelle lontane ir lacrimando.