Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/305

Da Wikisource.

XX

PRIMAVERA

Isis, vere novo , cunas thalamosque tuetur.
magna parens.


Primavera non vien fuor che una volta
a fiorir l’anno; e quando
dal canestro versò l’ultima rosa,
la bella giovinetta in sé raccolta
5parte da noi, lasciando
un soave ricordo in ogni cosa.
Delle rugiade il pianto
resta all’alba; alla siepe un fil d’odore;
a qualche gelso un canto
10di solingo augelletto;
e resta all’uman petto
una malinconia che sembra amore.
Poi s’imbionda la spica
al povero colono ;
15sotto i cocenti lampi
di Febo s’affatica
il falciator pe’ campi;