Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/351

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Noi pensiamo assai improbabile, e tanto meno nel futuro, una ristampa delle opere complete di Giovanni Prati, in cui è tanto di irremediabilmente caduco e giá caduto, anzi di nato morto, e che meglio sarebbe stato pel nome del poeta non fosse nato mai. D’altra parte le poche raccolte tratte dalle sue opere, non esclusa la migliore, compilata da Ferdinando Martini, sono insufficienti, anche per ragioni dello spazio disponibile al raccoglitore, ad una conoscenza e valutazione del poeta. Noi ci siamo quindi proposti di seguire una strada media fra la ristampa totale, che sarebbe stata un’inutile e ingombrante esumazione di tanti cadaveri, e la scelta necessariamente angusta e limitata delle solite raccolte per volumetti d’eleganza mondana; cercando di mettere insieme quella che potesse essere la scelta e raccolta definitiva delle poesie del Prati, e forse con qualche esuberanza; una raccolta cioè dalla quale si possa magari togliere qualche cosa senza danno, ma niente aggiungere che sia nuovo elemento al giudizio sul poeta, al carattere della sua poesia ed anche al piacere del lettore. Noi abbiamo messa ogni nostra cura per raggiungere questo scopo; e non sará male di fare qui parola del criterio a cui ci siamo attenuti in proposito, specie perché tale criterio, se pure particolarmente necessario nel caso del Prati, ha una applicabilitá generale.

L’arte della poesia si distingue dalle altre arti, quali la pittura e la musica, fra l’altro in ciò: che mentre queste arti sorelle hanno un proprio particolare mezzo di espressione, cioè la linea e il colore, le note ed i ritmi, che, se non sono riservati ad esse in via assoluta, hanno però scarso uso nelle altre cose della vita,