Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/84

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e, stretto il ferreo stile,
50del secolo perverso
piagavi il sentir vile
coll’invincibil verso,
novo stridor di folgore
ai troppi schiavi e ai re.
55E il lampo e la minaccia
del genio tuo scolpisti
si degli Icili in faccia
che al ceffo degli Egisti;
e la percossa Italia
60guatò, tremando, a sé.
Aimè! le piaghe, ond’era
tutta il bel corpo immonda!
Dio! che fatai bufera,
Italia mia, ti sfronda!
65Ecco, d’estranei militi
fatta covil sei tu.
Ecco di guerra un campo
rese le tue contrade;
tu pur ti mesci al lampo
70delle mal giunte spade;
tu pur combatti, e un premio
chiedi alla tua virtú.
Libertá vuoi? venuta
t’è dal di fuor giammai?
75Ceppo e dolor si muta,
stolta! non altro, il sai;
dacché quell’alpe ai cupidi
il fatai varco apri.