Vai al contenuto

Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/62

Da Wikisource.

- 62 -


ama più di lui spendere tale danaro in buoni cibi e in ogni specie di piaceri. Il Prof. Iaffa, dopo un accurato studio del regime dietetico di tre gruppi di cinesi (lavandai, giardinieri e studenti), ha concluso che la loro alimentazione é altrettanto nutriente e molto pit varia che quella degli operai, piccoli mercanti e lavoratori agricoli bianchi nella stessa regione. Il costo alquanto minore egli lo attribuisce ad una maggior semplicità di bisogni, ma ancor più alla maggiore abilita che distingue gli orientali. La capacita di preparare i cibi, di cucire e di lavare da sé stesso, ciò che di rado sa fare soddisfacentemente l’operaio bianco, costituisce pure un notevole vantaggio per il cinese, nella vita ch’egli conduce lontano dal suo paese. I] suo spirito di eco- nomia e la sua moderazione nei piaceri e nei vizi gli consente di attraversare con minori sofferenze e con men grande pericolo di dege- nerazione morale e sociale i periodi di disoccupazione (1). atti altrettanto eloquenti non sarebbe difficile raccogliere rispetto ai progressi, per dir il vero pit lenti, che compiono i cinesi alle Filip- pine, non appena riescono ad emanciparsi dalla subordinazione servile entrando nel piccolo commercio, nel quale eccellono (2). Come non occorre ricordare quanto già accennammo rispetto al grado di benes- sere materiale e di sociale incivilimento che sanno raggiungere molti degli indt affluiti nel sud-Africa. Bastano ampiamente i pochi dati raccolti a far relegare tra le sfatate leggende la strana pretesa di voler negare alle razze asiatiche, per gli abiti mentali inveterati dipendenti

dalla loro secolare miseria, la nobilté delle aspirazioni progressive



  1. (1) Cfr. “ Nutrition investigations ainong fruitarians Chinese at the California agricultural experiment station, 1899-901 , in Bulletin of the U. S. Department of agriculture, 1901, n. 107. Il fatto é d’altronde confermato da testimonianze nume- rose, Parecchi scienziati che, in diversi tempi. studiarono le condizioni di Chinatown dal punto di vista igienico e sanitario, convennero che l’alimentazione media non vi é sensibilmente inferiore a quella dei quartieri bianchi. Alcuni anzi osservarono che il “ cinese in California veste meglio degli altri lavoratori e si nutre di cibi altrettanto buoni , appena pud. Cfr. G. F. Sewarp, “ Mongolian immigration , in North American Review, vol. 134 (1882), pag. 562 e sege. La verità è che i cinesi amano assai i buoni abiti, i cibi sostanziosi e i divertimenti, e, ben lungi dal pri- varsene, spendono senza esitare in tali consumi. Cfr. ]. E. Krrr, The Chinese question analized, S. Francisco, 1877, pag. 12, e B. E. Luoyp, Lights and shades of S. Fran- cisco, S. Francisco, 1876, pag. 234 e segg. Tra i pareri raccolti sulla concorrenza cinese dalla GCommissione industriale nel 1901, é notevole quello di R. Hurcurson: “ L'obbiezione che i cinesi lavorano a pitt buon mercato degli americani nella stessa industria non é appoggiata ad alcuna prova. Come tutti gli altri lavoratori i cinesi cercano le piti alte mercedi ,. Cfr. Report of the Industrial Commission, vol. XV, pag. 747 e segg.
  2. (2) Gtr. Russet Ma Cutnocu Story, Oriental immigration into the Philippines, citato.