Vai al contenuto

Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/65

Da Wikisource.

- 65 -


Vero é che l’ingente sperequazione tende lentamente ad atte- nuarsi, per il continuo e rapido ascendere delle mercedi che accom- pagna lo sviluppo dell’industrialismo giapponese (1). Il dislivello é pero troppo enorme perché si possa ragionevolmente presumere che essO possa venire, in tempo non troppo lontano, completamente col- mato. Si tratta in realtaé di un fenomeno ineluttabilmente connesso alle condizioni demografiche ed economiche di questi paesi, popo- latissimi gli uni, quasi privi di abitanti gli altri, poveri di capitale i primi, padroni i secondi di colossali ricchezze naturali non ancora sfruttate.

Ma da un semplice sguardo ai dati comparativi che abbiam esposti un’altra verita risulta con limpida evidenza; ed é che, in tutti i paesi dove la minaccia della competizione gialla suscita i maggiori timori, le classi operaie locali si trovano, quanto a salari ed ore di lavoro, in uno stato di assoluto privilegio in confronto ai loro colleghi di qualunque altra regione del globo, e formano in tutta l’estensione della parola delle aristocrazie proletarie, rimunerate con mercedi altissime e quindi avvezze, non ad un civile tenor di vita soltanto, ma allo spreco pit spensierato ed al pit largo e prodigo godimento d’ogni voluttuaria superfluita.

Mary Roberts Coolidge, nei lodati suoi studi sulla Chinese immi- gration e sulla Chinese labor competition on the Pacific Coast, illustra con dati interessantissimi questo caratteristico stato di cose, dimo- strando come, anche nel lungo periodo di grave depressione che segui in California il panico del 1873, il mercato del lavoro vi si mantenne sempre favorevolissimo agli operai, in confronto a quello degli altri Stati dell’Unione.

Comparando infatti il corso medio dei salari nei principali me-

Stieri (quale appare dal hollettino del Dipart. del lavoro) a San



  1. (1) Secondo i numeri-indice pubblicati dall’amministrazione giapponese, l’aumento dei salari dal 1901 in poi fu generale e fortissimo in tutte le industrie. Raggiunsero il massimo i tessitori (da 87,9 a 127,2), il minimo i giardinieri (da 111,8 a 115,6): Ma assai piu forte era stato l’aumento nel decennio anteriore. Il salario giornaliero di un braeciante ordinario quasi si raddoppio dal 1895 al 1906 (da yen 0,22 a 0,42). Cfr. Annuaire financier et économique du Japon, 1908, pag. 77 e segg. E noto inoltre che, a parita di orario e di mercedi, il lavoro orientale sarebbe alquanto pitt costoso del bianco, perché é@ nell’indole di questi popoli il far le cose con maggior comodo, ed anche perché, per la inesperienza ancora assai diffusa tra essi, gli operai gialli maltrattano spesso le macchine, affrettandone il deperimento. Cfr. H. Dumoxarp, Le Japon politique, économique et social. Parigi, 1904, pag. 156 e segg.; G. WEULERSSE: Le Japon Waujour@hui. Parigi, 1904, pag. 139 e segg. 5. — Prato.