Pagina:Primi poemetti.djvu/13

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prefazione ix

tare i vespri e le litanie da una parte; dall’altra frusciare il Rio dell’Orso. Vivono in gran ritiro, come pensose ancora, nel loro appartato sfaccendare, d’una sventura domestica e comune, toccata là, nelle isole lontane. O rondinelle dal petto rosso, o rondinelle dal petto bianco, se poteste andar d’accordo! Le une e le altre io vorrei torno torno sotto le mie grondaie, e vorrei avere tutto il dì, mentre sto curvo sui libri, negli occhi intenti ad altro la vertigine d’ombra del vostro volo! Mi fate tanto buona compagnia già voi, bianche. Io non so che cosa succede stamane. Ho sorpreso una viva conversazione familiare dentro un nido. C erano pigolìi e strilli. Qualcuno alzava la voce. E ne siete uscite in tre o quattro. Che si è deliberato nella capannetta sospesa, che forse è la residenza del capotribù? forse l’impianto di nuove case? Fate pure. E buona caccia! Le mosche abbondano quest’anno, come sempre. A proposito: si chiede a che servono le mosche. Chiaro, che a nutrir le rondini. E le rondini? Chiaro, che a insegnare agli uomini (perciò si mettono sopra le loro finestre) tante cose: l’amore della famiglia e del nidietto. La prima capanna che uomo costruì, di terra seccata al sole, alla sua donna, gli insegnò una coppia di rondini a costruirla. Ciò fu al tempo dei