Pagina:Primi poemetti.djvu/50

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30 la sementa



ii


Or una fata l’ode. Ecco, sia fatto!
La gran reggia doventa una gran macchia
19a colonne di pino e d’albogatto.

Nera tra i lecci vola una cornacchia.
È l’aio. Vola su brentoli e mortelle,
22libero, il recacchino, il redimacchia.

E il curvo collo svincolano snelle
quelle pulledre scalpitando, ed ecco
25ch’elle frullano azzurre cinciarelle.

Tengono l’osso ancora (od uno stecco?]
le cinciallegre, piccoli mastini,
28sotto le zampe, e picchiano col becco.

Dunque, dagli albigatti esse e da’ pini
fanno la guardia, e il re ne’ suoi sambuchi,
31tra molta signoria di fiorrancini,

regna, e si svaga con la caccia ai bruchi.


iii


Così, vedete, il cacciator che gira,
vede calare un branco. Egli bel bello
35s’appressa, egli già mira, egli già tira...