Pagina:Primi poemetti.djvu/82

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62 l’albergo


par di lontano sopra i torrioni
del castellaccio); e assorderà le mura
18mute il lor grido, e i muti erbosi sproni!

Giungono sempre nella macchia oscura;
frullano, entrano, affondano in un pino:
21nel pino solo in mezzo alla radura.

Pende un silenzio tremulo, opalino,
su la radura: dondolano appena
24le cavallette il lor campanellino.

Ed ecco nella queta aria serena
scoppia un tumulto — l’albero ne oscilla —
27subito come un rotolar di piena.

È il pino, il pino che cinguetta, strilla,
pigola: ogni ago tremola e saltella.
30Le imposte, per udire, apre una villa.

Nella radura quella nera ombrella
aerea tumultua... St!... Solo
33ora s’ode un ronzìo di cantarella.

Che è? Crocchiava un ghiro sul nocciuolo?
Secca una pina crepitò? Lontano
36cantava l’invisibile assiuolo?

Silenzio. Solo il ronzìo grave e piano
s’ode in disparte, e qualche cavalletta
39che scuote il suo campanellino invano.