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la calandra 67


E pieno il prato è già di trilli, e pieno
il grano è già di lucciole, e su l’aie
43bianche s’esala il buon odor del fieno.

E no, ch’è l’alba: è sotto le grondaie
tutto un ciarlare. Sono intorno al nido
46le rondinelle, garrule massaie.

La casa dorme. Niuno ancor nel fido
bricco il caffè, nemico al sonno, infuse.
49Vola e rivola il mattutino strido

lungo le verdi persïane chiuse.


iii


Un torvo strillo di poiana... muta
solitudine... roccie irte, malvage...
53qualche cesto d’assenzio e di cicuta...

Il cielo sfuma in un rossor di brage.
Solo un torrente urlare odo: russare
56d’un ebbro in mezzo una sua muta strage.

E la poiana strilla. Ecco, mi appare
una rovina, una deserta chiesa,
59da cui te, solitario, odo cantare.

Canti come una dolce anima presa
da’ suoi ricordi, tu, dalla rovina,
62dove è già la pietosa edera ascesa,