Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/123

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guardare se o piume o artigli o scaglie mi avessi dattorno.

Ciò in generale; essendochè, come ti dissi, o tosto o tardi una qualche bestialità siamo soggetti a commetterla tutti. Ma venendo al discorrere poi nel particolare, ci sono di quelli che potrebbero essere convenientemente figurati con tale o tal altra parte del loro corpo molto somiglianti alle bestie. Sergio, a modo d’esempio, è tutt’uomo fuorchè nelle gambe; colà il vedi daino. Ha buon cuore, non manca d’ingegno, ma non aspettarti da lui maturità di consiglio; detto fatto, bene o male, ei si getta sulla prima via che gli si affaccia, e guai chi volesse tenergli dietro. Ortensio, all’incontro, che ha bellissime proporzioni di membra, porta sempre indosso miseramente il pesante carico della testuggine. Oggi... domani... vedremo... se si potrà; se non cade dal cielo la benefica pietra che spezzi la dura sua scorza non attenderti ch’ei muova passo. Quintilio non avrebbe sconcezza di sorta in tutta la persona, se non fosse una enorme coda di pavone che si trae dietro quando cammina, ed allarga per modo da dar nell’occhio dalla lunge ben cento passi. Si studia il pover’uomo nasconderla quanto più puote: ma che? come più ei si rannicchia artifiziosamente e’ più sparnazza quel suo maledetto ventaglio, che lo fa rincrescevole a tutti coloro che non hanno simpatia cogli orgogliosi. Potrei allungare assai questa lista, ma non voglio annoiarti, mio caro. Bensì