Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/163

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ste rappresentazioni si fanno inutili, o per lo meno soverchie assai riflessioni sopra alcune catastrofi luttuose. Tutto quaggiù è ordinato ad un fine, e il pervertire da esso è correre alla rovina. Fondata sull’onda, cresciuta ne’ traffichi, sorretta dalle ricchezze, questa maravigliosa metropoli ruinò da quel giorno, che, infedele alle sue promesse, d’una mano porgeva al mare l’anello come a suo sposo, dell’altra si congiungeva in adulteri abbracciamenti alla terra1.

Ma tanto che durava, o, a meglio dire, cresceva quella pubblica prosperità, crescevano prosperando anche le arti; e al Carpaccio, che potè camminare appaiato per età al principale dei Bellini, è bastata eziandio la vita a vedere non pochi dei miracoli del Tiziano. E questo ancora potremmo aver dai suoi quadri, quand’anche le penne de’ suoi biografi fossero mute. V’ha del Carpaccio tal quadro sovra ogni altro lodato, che per mia buona ventura non tanto è lontano da voi, che ad un breve girar di faccia veder nol possiate2. Ed è quello della presentazione fat-

  1. V’ha tra gli economisti chi dice provenuto da altri motivi il decadimento nella forza e nello splendore della repubblica. Qui non è luogo a siffatta disputa; ma la cagione da me accennata, quando non sia la sola, va certamente annoverata tra le principali.
  2. Si vede nelle sale della imp. reg. Accademia, e propriamente nella sala ove leggonsi