Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/19

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maschera sotto la quale è più difficile riconoscerlo sono certe passioni che domandano, di loro natura, una specie quasi diremo di abbandono in chi n’è investito. Quante volte quello che crediamo mansuetudine, arrendevolezza, misericordia, amore, ambizione, liberalità, non è che egoismo! Egoismo di chi non contraddice per non abusare la forza de’ proprii polmoni, di chi si tien fuori dai partiti per pura accidia, di chi ama o regala perchè gliene venga, non foss’altro, riputazione. E non credere, amico mio caro, che io voglia con questo alzar cattedra di malignità; e condannare il genere umano a vivere continuamente angustiato dalla trepidazione e dalla diffidenza. Per poco non dico ch’egli è meglio in questo caso farla da Narcisi, e per compassione di noi stessi e della nostra misera razza, contentarsi dell’aspetto esterior delle cose, senza punto badare alla sostanza. Se mai colle mie parole ti avessi reso il brutto servigio di seminarti nell’anima alcun poco di quella maledizione che si chiama sospetto, mi sforzerò liberartene in qualche guisa, assicurandoti che questi cotali, innamorati di sè medesimi, possono essere riconosciuti ad alcuni segnali che appariscono distintamente anche traverso la ipocrita nebbia che li circonda. Ciò che disse assai acconciamente quel savio monarca della modestia affettata, la quale si chiude, sì, tutta nel manto, ma per non esserle proprio, conviene che se lo trascini dietro qualche buon palmo, può dirsi con pari accon-