Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/27

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testa l’alloro del savio, e forse l’aveva, gli erano cresciute di un buon mezzo palmo le orecchie. E accordava a Pane la preferenza sopra il Dio della zazzera non tosata, assoggettando i liberi concetti dell’arte alle regole pedantesche immaginate dalla mediocrità e chiamando delirio l’inspirazione. E qui, mentre potrebbesi tirar in lungo il racconto e moltiplicare i confronti poco meno che all’infinito, fo punto, e vi dico, che sola la morte può venire a liberarci dalle illusioni e metterci nel possedimento della verità. E la morte è venuta a trovare, non ha molti giorni, quest’uomo di cui vi ho tanto cianciato. Ed egli disse in quel punto: Oh! io ho veduto tanti fantasmi e tante realtà, eppure tu mi sembri assai nuova cosa. Mi sono incamminato a te, quando per la via delle illusioni, quando per quella del vero, e tuttavia non potei riconoscerti, tanto mi sembri strana oggi che mi ti mostri per la prima volta. E avrebbe continuato, se non che l’altra, che ha sempre fretta, gli soffiò del suo freddo fiato nell’interna fiamma vitale, che gliela spense, e il fece tacere per sempre.

Se vi potrà essere di nessuno vantaggio questa narrazione, per verità, non so dire; questo so bene che non fareste secondo il mio intendimento, dandovi tutti a seguire i capricci dell’immaginazione, e amoreggiando le nuvole come Issione. La discrezione, che domandasi in ogni cosa, vuol essere adoperata eziandio nel riferire i racconti allegorici al loro significato; fate dunque come